I NOSTRI SPOT

martedì 27 ottobre 2009

GLI ANIMALISTI BACCHETTANO BASCETTA


Piazza Armerina, 26/10/2009

Attraverso le predilette pagine del blog di Agostino Sella, il patron dei Cobas piazzese Luigi Bascetta (nella foto) si è lasciato andare ad uno dei suoi deliranti proclami, stavolta contro i cani randagi responsabili, secondo lui, di aver trasformato le nostre strade in viottoli di campagna o trazzere da far west. Nel suo sgrammaticato comunicato il sindacalista annuncia che raccoglierà le firme per chiedere l’intervento dell’esercito per presidiare le aree urbane ed extraurbane interessate dal fenomeno, con la concomitante facoltà delle forze di polizia a sopprimere questi animali selvatici.
Ancora una volta l’analisi compiuta dal rivoluzionario Bascetta risulta contorta e fuori dalla logica. Si imputano ai cani responsabilità che sono proprie degli uomini e si prospettano soluzioni bestiali che umiliano il senso civile ed istigano alla violenza. Mentre in Città le associazioni animaliste si prodigano per portare avanti un serio progetto di rieducazione ambientale e civica, attraverso una sensibilizzazione del fenomeno del randagismo, Bascetta interviene a gamba tesa sconvolgendo il dovere civico dei cittadini e dirottando il discorso invece sul facile piano del populismo e della demagogia. Bascetta, che dimentica troppo spesso di essere un agente di polizia, sconosce la legge in vigore che tutela gli animali ed ignora che uccidere un cane è un reato a tutti gli effetti punibile, con l’arresto. Invece istiga al reato proponendo addirittura l’istituzione di uno stato di polizia che combatta una vera e propria guerra armata contro i randagi.
Bascetta parla poi della decenza della nostra Città, addebitando ai cani la responsabilità di deturpare il decoro delle nostre strade. Meno male che ha dimenticato quando erano lui e i suoi degni compari a deturpare e a sfregiare la dignità della nostra Città; ha dimenticato quando organizzava quegli accampamenti nelle piazze, quelle crocifissioni nelle strade, quelle farneticanti processioni con il carrozzino urlante a qualsiasi ora del giorno, quel bivacco davanti alla sede del comune di via Generale Muscarà. Nemmeno i cani più feroci, più selvaggi, più pericolosi e più violenti avrebbero potuto mai mettere in piedi uno scempio di quelle proporzioni. Eppure per contrastare quel fenomeno non fu chiamato alcun esercito, non furono richieste mobilitazioni popolari e non si istigò alcuna rappresaglia di hitleriana memoria.
Certamente Bascetta ignora la massima di Galileo Galilei secondo cui l’uomo non potrà definirsi veramente civile fino a quando non avrà imparato a trattare con uguale dignità gli animali. Nel suo sconclusionato intervento Bascetta si spinge al punto tale da confondere l’adorazione delle vacche sacre indiane con la fede musulmana, a dimostrazione di quanto poco chiare siano le idee esposte. Le affermazioni gravi, pericolose e sconcertanti di Bascetta non potevano passare inosservate agli occhi degli animalisti che replicano seccamente: «A vergognarsi dovrebbe essere proprio Bascetta – dichiara Gianluca Messina, segretario di Una Armerina – Non si può tollerare che si usino certi toni allarmistici e che si tracci un quadro distorto del fenomeno del randagismo. Chiedere l’intervento dell’esercito per eseguire la mattanza di “questi animali selvatici” è di una gravità inaudita, potrebbe rappresentare una vera e propria istigazione a delinquere ed è per questo che la nostra associazione sta valutando la possibilità di denunciare Bascetta alle autorità giudiziarie. Il fenomeno del randagismo necessita di essere affrontato in maniera seria e scientifica, senza proclami, senza deliri e senza lanciare incauti messaggi allarmistici. Posso capire che Bascetta sia un uomo duro, privo di sentimenti di trasporto e di amore per gli animali – continua Gianluca Messina - ma sono certo che se guardasse gli occhi di un cane riuscirebbe a leggere sentimenti veri e sinceri, troppo spesso assenti negli occhi degli uomini. Bascetta deve capire che la soluzione del fenomeno del randagismo non è quello della mattanza e dello sterminio, ma quello della prevenzione e della sensibilizzazione. Un cane non diventa randagio per scelta, ma viene costretto nel duro ruolo dalla crudeltà e dall’ignoranza dell’uomo. Prima di avviare campagne deleterie e controproducenti e se veramente è interessato ad affrontare seriamente il fenomeno del randagismo, consiglio a Bascetta di confrontarsi con le associazioni animaliste. Se invece è interessato a fare solo schiumosa propaganda ed inconcludente e pericolosa demagogia, continui pure con le sue solitarie ed isolate battaglie».
Mauro Farina

domenica 18 ottobre 2009

ADOZIONE DI TRE CANI POLIZIOTTO. NON LASCIAMOLI RECLUDERE IN UN CANILE!!!!


ecco che fine fanno gli animali che "lavorano", siano essi cani poliziotti, cani della protezione civile, cani per ciechi,
asini e cavalli dell'esercito.
Loro non hanno mai diritto di andare a riposo e di rimanere nel luogo dove sono vissuti e con le persone con le quali hanno vissuto e lavorato!
MASSIMA DIFFUSIONE:
Sede c/o Comando Polizia Locale Comune di Brescia 25126 BRESCIA
Via Donegani 12 Tel. 030/9994103-030/2978792 fax 030/9994514
www.poliziainfo.it/poliziabs e-mail: asspolizialocalebs@libero.it amoladori@comune.brescia.it


I colleghi del nucleo cinofili di Milano ci danno notizia che sono costretti, per raggiunti limiti di età, a "pensionare" tre dei loro cani.

Yes, Pale e Lex sono 3 pastori tedeschi maschi, hanno 11 anni e dopo un'onorata carriera ora sarebbe bello far loro trascorrere gli ultimi anni circondati dall'affetto di qualcuno che si prenda cura di loro, anche se per poco tempo. Pale e Yes sono fratelli, sono sempre stati insieme e, se fosse possibile, sarebbero da "adottare" congiuntamente, mentre Lex è un cane con specialità di polizia molto forte e dovrebbe essere affidato a chi abbia già esperienza con i cani e sia una persona autorevole.
Chi fosse interessato o avesse amici o conoscenti disponibili, è pregato cortesemente di contattare l'associazione e di lasciare il proprio recapito e nominativo che verrà passato al responsabile del nucleo cinofili di Milano per i passaggi successivi. Si ringrazia anticipatamente per la cortese collaborazione e per la sensibilità, restando in attesa di sollecito riscontro.

Il Presidente dell'Associazione Carlalberto Presicci
ASSOCIAZIONE POLIZIA LOCALE della provincia di Brescia
Sede c/o Comando Polizia Locale Comune di Brescia
25126 BRESCIA Via Donegani 12
Tel. 030/9994103-030/2978792
fax 030/9994514
www.poliziainfo.it/poliziabs
e-mail: asspolizialocalebs@libero.it amoladori@comune.brescia.it

sabato 10 ottobre 2009

VADEMECUM - COME DIFENDERSI DALLA CACCIA

La caccia in Italia rappresenta da sempre un grave problema per chi vive, lavora o si reca in campagna e tra i boschi, diventando spesso un pericolo di incolumità pubblica.
Nella sola stagione di caccia 2002/2003 ci sono stati incidenti venatori che hanno causato 44 morti, 66 feriti e 5 invalidi permanenti.
Nella stagione venatoria 2003/2004, nel solo periodo settembre/dicembre, ci sono invece stati 42 cacciatori morti, 55 cacciatori feriti, 14 non cacciatori feriti.
Centinaia sono gli articoli dei giornali locali su episodi di spari vicino alle case, danneggiamenti di beni, animali domestici uccisi a fucilate, avvelenamenti da bocconi, danni alle culture agricole, cani da caccia nei giardini e pollai, minacce ed offese.
Molti cacciatori purtroppo, anche grazie all’attuale politica filo venatoria di molte regioni e di molte province, si sentono padroni assoluti elle proprietà altrui.
Per questi motivi nasce questa “guida” informativa con l’intento di aiutare tutti i cittadini, interessati da questo annoso problema, a difendere i propri diritti e far rispettare le regole fondamentali della caccia.

1.Distanze dalle case
La caccia è vietata per una distanza di 100 metri da case, fabbriche, edifici adibiti a posto di lavoro.E' vietato sparare in direzione degli stessi da distanza inferiore di 150 metri.
2. Distanze da strade e ferrovie
La caccia è vietata per una distanza di 50 metri dalle strade (comprese quelle comunali non asfaltate) e dalle ferrovie. E' vietato sparare in direzione di esse da distanza inferiore a 150 metri.
3. Distanze da mezzi agricoli
La caccia è vietata a una distanza inferiore di 100 metri da macchine agricole in funzione.
4. Distanze da animali domestici
La caccia nei fondi con presenza di bestiame è consentita solo ad una distanza superiore a metri 100 dalla mandria, dal gregge o dal branco.
5. Trasporto delle armi
È vietato trasportare le armi da caccia, che non siano scariche e in custodia, all'interno dei centri abitati e delle altre zone ove è vietata l'attività venatoria, a bordo di veicoli di qualunque genere e nei giorni non consentiti per l'esercizio venatorio.
6. Mezzi vietati di caccia
Reti, trappole, tagliole, vischio, esche e bocconi avvelenati, lacci, archetti, balestre, gabbietrappola.
7. Giorni vietati
Martedì e venerdì sono giorni di assoluto silenzio venatorio anche se festivi.
8. Orari di caccia
La caccia è consentita da un'ora prima del sorgere del sole fino al tramonto.
9. Stagione venatoria
Inizia la terza domenica di settembre e chiude il 31 gennaio.
10. Luoghi di divieto di caccia
Terreni di pianura innevati, stagni e laghi ghiacciati, terreni allagati, giardini privati, parchi pubblici, centri abitati, aree adibite a sport, parchi e riserve naturali, oasi, zone di ripopolamento, foreste demaniali.
11. Allenamento dei cani da caccia
È' consentito dalla terza domenica di agosto fino alla seconda domenica di settembre, nei giorni di mercoledì, sabato e domenica, dalle ore 6 alle ore 11 e dalle ore 16 alle ore 20, su terreni incolti, boschivi di vecchio impianto, sulle stoppie, su prati naturali e di leguminose, non oltre dieci giorni dall'ultimo sfalcio. L'allenamento è poi consentito nei campi addestramento cani tabellati.
12. Colture agricole e caccia con i cani
L'accesso dei cani è vietato nei terreni coltivati a riso, soia, tabacco ed ortaggi. L'uso dei cani è consentito in numero massimo di due per cacciatore. L'esercizio venatorio è vietato in forma vagante sui frutteti, vigneti fino alla data del raccolto, coltivazioni di riso, soia e mais da seme.
13. Omessa custodia dei cani da caccia
L'articolo 672 del codice penale “Omessa custodia e mal governo di animali” punisce chi lascia liberi, o non custodisce con le debite cautele, animali pericolosi da lui posseduti.
14. “Polenta e osei”
Nei locali pubblici è vietato servire polenta e uccelli selvatici anche se sono appartenenti a specie cacciabili e abbattuti legalmente.
15. Violazione di domicilio
L'articolo 614 del codice penale “Violazione di domicilio” punisce chi si introduce nei giardini e nelle pertinenze delle abitazioni civili.
16. Uccisione di cani, gatti, animali da cortile
L'articolo 638 del codice penale “Uccisione o danneggiamento di animali altrui” punisce chi uccide o rende inservibili, deteriora o avvelena gli animali che appartengono ai privati.
17. Bocconi avvelenati
L'articolo 727 del codice penale “Maltrattamento di animali” punisce anche chi causa la morte per avvelenamento di essi, mentre la legge sulla caccia punisce penalmente chi utilizza bocconi avvelenati.
18. Disturbo delle persone
L'articolo 659 del codice penale “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone” punisce chi con rumori molesti disturba le occupazioni o il riposo delle persone.
19. Spari nei pressi delle abitazioni
L'art. 703 del codice penale “Accensioni ed esplosioni pericolose” punisce penalmente chi in un luogo abitato o nelle sue adiacenze o lungo una pubblica via o in direzione di essa spara con armi da fuoco.

Chi vigila sul rispetto delle leggi sulla caccia?
La vigilanza sull'applicazione delle leggi sulla caccia (art.27 L.157/92) è affidata a: Guardie Venatorie della Provincia, Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Municipale, Guardie volontarie venatorie delle associazioni ambientaliste e venatorie.
A chi denunciare le violazioni sulla caccia?
La vigilanza sull'applicazione delle leggi sulla caccia (art.27 L.157/92) è affidata a: Guardie Venatorie della Provincia, Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Municipale, Guardie volontarie venatorie delle associazioni ambientaliste e venatorie.
Il cittadino può denunciare gli illeciti penali ed amministrativi a ciascuno dei corpi sopra elencati. Giova ricordare che l'art. 361 del codice penale “Omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale” punisce il pubblico ufficiale, come il carabiniere, la guardia provinciale, il forestale, il finanziere, la guardia venatoria, il vigile urbano, il quale omette o ritarda di denunciare all'Autorità giudiziaria un reato di cui ha avuto notizia nell'esercizio o a causa delle sue funzioni, come ad esempio i reati sulla caccia denunciati a loro dai cittadini. Il cittadino deve quindi pretendere che le suddette autorità intervengano, ricevano la denuncia e denuncino alla Magistratura i reati commessi dai cacciatori.
Come vietare la caccia nei propri terreni?
Purtroppo le leggi vigenti impediscono di fatto di vietare ai cacciatori di entrare nei terreni agricoli dei privati a meno che non siano recintati con rete non inferiore a 1,20 metri. Solo in particolari casi e solo ogni 5 anni può essere richiesto per legge il divieto di caccia.

SEI D'ACORDO ALLA REALIZZAZIONE DI UN PARCOCANILE IN CITTA'?